Intervista al Dott. Massimiliano Nardone, Otorinolaringoiatra

Le tumefazioni del collo sono un disturbo molto comune e possono avere origini differenti: linfonodi reattivi, noduli tiroidei, cisti congenite o patologie delle ghiandole salivari. Per capire quando è il caso di preoccuparsi e come arrivare a una diagnosi corretta, ne parliamo con il dottor Massimiliano Nardone, otorinolaringoiatra, ospite ai microfoni della radio.

Dottore, che cosa sono le tumefazioni del collo e come possiamo riconoscerle?

Il termine “nodulo del collo” non è sempre corretto dal punto di vista medico. In realtà si tratta di gonfiori patologici che possono comparire in diverse aree del collo. A seconda della sede in cui si manifestano, possono far sospettare patologie differenti. Proprio per questo, la localizzazione della tumefazione è un elemento fondamentale per orientare subito la diagnosi.

Come si arriva a una diagnosi corretta?

Per arrivare a una diagnosi è importantissimo considerare prima di tutto l’età del paziente. Possiamo dividere i casi in due grandi gruppi: sotto i 40 anni e sopra i 40 anni.
Dopo i 40 anni, pur senza creare allarmismi, è giusto sapere che circa nell’80% dei casi una tumefazione del collo non è benigna, ma va indagata con particolare attenzione perché può essere di natura neoplastica.
Al di sotto dei 40 anni, invece, e questo vale anche per i bambini, nell’80% dei casi – e spesso anche di più – le tumefazioni sono benigne. Spesso si tratta di linfonodi che si ingrossano dopo infezioni come tonsilliti, mal di gola, problemi dentari, oppure di malformazioni congenite.

Quando bisogna iniziare a preoccuparsi e farsi visitare?

Il mio consiglio è che soprattutto dopo una certa età, se una tumefazione non scompare entro un mese, è opportuno iniziare a fare degli accertamenti e sottoporsi a una visita specialistica otorinolaringoiatrica.
Ancora di più se il nodulo diventa duro, fisso, oppure se compaiono difficoltà nella respirazione o nella deglutizione. In questi casi è fondamentale non rimandare.

Quali esami permettono di arrivare alla diagnosi?

La diagnosi si basa fondamentalmente su due esami principali. Il primo è l’ecografia del collo, un esame rapido, non invasivo e facilmente ripetibile.
Il secondo è l’agobiopsia, che consente una diagnosi molto più precisa della tumefazione. Attraverso questi esami e la successiva visita otorinolaringoiatrica, si può stabilire se la tumefazione ha origine nel collo stesso oppure se deriva dai distretti della bocca o della gola.

Una volta fatta la diagnosi, come si arriva alla cura?

Una volta identificata con precisione la natura della tumefazione, si può impostare il percorso terapeutico più corretto. La cura dipende sempre dalla causa specifica: in alcuni casi può bastare un monitoraggio, in altri è necessario un trattamento medico, mentre in determinate situazioni può essere indicato anche un intervento chirurgico. L’importante è arrivare alla diagnosi in modo tempestivo.

Il saluto finale del dottore

Ringrazio voi per l’invito e per l’attenzione su un tema così importante per la salute.

 

Leggi l’articolo con approfondimenti a cura della redazione dossiersalute.com

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